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paesini della tuscia
4 Gen

Da Viterbo a Orvieto: i paesini della Tuscia

I paesini della Tuscia, la zona abitata dai tusci, ovvero gli etruschi in lingua latina, hanno conservato buona parte della loro fisionomia medievale-rinascimentale. Tra Viterbo e Orvieto si incontrano alcuni splendidi borghi.

Montefiascone

Prima tappa è Montefiascone, che per le sue dimensioni non è forse più definibile un paese; tuttavia il suo centro storico conserva i caratteri del borgo cinquecentesco. Principali punti di interesse sono la cattedrale di Santa Margherita, di pianta bramantesca e la straordinaria chiesa medievale di San Flaviano, costituita da due chiese sovrapposte. Sul punto più elevato di Montefiascone si erge la Rocca dei Papi, le cui origini risalgono al tempo delle invasioni barbariche: per molti secoli fu rifugio sia dei pontefici e degli alti prelati sia delle popolazioni contadine della zona. Dalla rocca si gode di una vista magnifica sulle campagne e sul vicino lago di Bolsena.

Bolsena e il suo lago

La fondazione di Bolsena, posta sulle rive dell’omonimo lago, si perde già nella preistoria. Centro commerciale lungo l’antichità romana, Bolsena rimase poi pressoché abbandonata fino al tardo medioevo, quando, ritrovandosi su una via Francigena sempre più percorsa dai pellegrini, acquisì nuova importanza, come testimonia per esempio la possente Rocca Monaldeschi, del XIII secolo. Da Bolsena si possono raggiungere in battello l’isola Bisentina e l’isola Martana: conviene acquistare localmente una guida che descriva le affascinanti vicende, ora storiche, ora fiabesche, che per millenni si sono svolte in questi due luoghi.

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Civita di Bagnoregio

Forse il più famoso tra i paesini della Tuscia, la piccolissima Civita di Bagnoregio è situata in cima a un colle di tufo. È un luogo di bellezza unica che sin dalla sua fondazione, alcuni secoli avanti Cristo, soffre degli smottamenti del terreno circostante, che assieme ai numerosi terremoti hanno a più riprese modificato la fisionomia del territorio. Alla fine degli anni Settanta, Civita era ormai un borgo abbandonato a se stesso, tuttavia la sua stessa nomea di ‘paese morente’ ha attirato negli ultimi decenni l’interesse di molte persone e istituzioni illuminate: oggi Civita è uno dei paesini della Tuscia meglio conservati, tutt’altro che morente, anzi ricco di attività culturali. Vi si accede attraverso la porta di Santa Maria, percorrendo un lungo ponte pedonale. Il paese è un museo a cielo aperto, e conserva pressoché integro l’aspetto di un borgo tardo medievale. Ancora una volta conviene procurarsi una guida dettagliata del luogo: ogni suo angolo ha una storia da raccontare, la più bella è forse quella di San Francesco, che in una antica tomba etrusca risanò da una gravissima malattia Giovanni da Fidanza, poi diventato san Bonaventura.

Proprio per il loro aspetto rimasto immutato nel corso dei secoli, i paesini della Tuscia sono stati lo sfondo di numerosi film di ambientazione storica, come per esempio ‘L’armata Brancaleone’. Interessante un episodio di ‘Contestazione generale’, film del 1970 con Alberto Sordi, che mostra Civita nel punto più profondo della sua decadenza, appena prima della sua rinascita

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